In particolare quelli fatti su Amazon. Capita infatti troppo spesso che il fornitore addebiti erroneamente l’Iva anche nel caso di operazioni tra soggetti con partita Iva. Accade ad esempio quando acquistate una cosa di basso valore da un soggetto estero che vi addebita l’Iva, come se foste dei privati. Questo non deve accadere, si rischia infatti una sanzione che va da 250 a 10mila Euro anche se avete acquistato un cavo da 3 euro. Gli acquisti da fornitori esteri devono essere senza Iva. Se ricevete una fattura estera con addebitata l’Iva, si tratta di una fattura sbagliata e va richiesta la correzione al fornitore (in pratica devono riemettere la fattura corretta restituendovi l’Iva).
Vi ricordo che per limitare questi fastidi, va aperto o un account Amazon Business e poi:
1) o acquistate solamente beni venduti direttamente da Amazon (ciò è specificato nella pagina di descrizione del bene, sotto le informazioni relative alla disponibilità);
2) oppure, prima di procedere all’acquisto dovete chiedere al venditore diverso da Amazon se aderisce al programma Amazon Tax Calculation Service. Se non vi aderisce, lasciate perdere;
3) infine, vi consiglio di attivare l’alert per le “limitazioni Iva” in modo che appaia l’immagine di un lucchetto con la scritta “soggetto a restrizioni” sotto la foto dei beni che volete acquistare. In questo modo saprete a colpo d’occhio che non state acquistando da un soggetto italiano ma da un fornitore estero e che potreste ritrovarvi con una fattura non valida perché magari erroneamente addebiterà l’Iva.
La cosa migliore, soprattutto se si tratta di acquisti di basso importo, è quella di limitare il più possibile gli acquisti da fornitori esteri. Tenete conto che, a parte i fastidi in caso di fatture errate, è obbligatorio procedere alla doppia contabilizzazione di ogni acquisto estero e alla comunicazione telematica all’Agenzia delle Entrate tramite l’esterometro per ciascuna fattura, con addebito della prestazione da parte dello Studio per ciascuna di esse.